
Ogni città ha le proprie tradizioni di commemorazione. Sui costumi di Abyaneh si può leggere qui o qui. La sera precedente, gli abitanti della città
si riuniscono nella moschea, per vegliare durante la notte di Tasuʿa, il nono giorno, proprio come Hussein e i suoi compagni vegliarono prima della battaglia decisiva. L’imam offrì ai suoi seguaci di lasciarlo senza il peccato del tradimento prima del certo martirio del giorno successivo, finché solo i settantadue rimasero. Ad Abyaneh però sarebbe tuna vergogna per ciascuno di restare lontano dalla veglia notturna. Durante la cerimonia di lutto chiamata zakeri, si canta canzoni di lutto e si legge poesie, e le donne mantengono i partecipanti svelti con raganelle. La mattina dopo le donne vagano il villaggio con le raganelle, entrano e cantano in ogni casa dove qualcuno è morto dal tempo dell’Ashura dell’anno precedente. Nel frattempo gli uomini decorano il nakhl, la «palma», il catafalco simbolico dell’imam Hussein, che per tutto l’anno
aspetta a questo giorno nel balcone della casa della confraternità. Si prendono la struttura pesante sulle spalle, e la portano per diverse ore attraverso il vilaggio. Ad Abyaneh – come nelle altre città del deserto iraniano – ci sono diversi nakhls, e ciascuno ha la sua confraternità, cerimonia e percorso, in modo molto simile alle processioni della Settimana Santa cattolica nelle città spagnole e italiane, di cui abbiamo scritto qui e qui.Ad Abyaneh – come nella Spagna – la processione è anche una sorta di attrazione turistica, con dei visitatori provenienti da tutto l’Iran. Dalle foto che si trovano nel net persiano, illustriamo la cerimonia con quelle di Mohammed e Hossein Sâki.

Canzone di lutto per l’Ashura su Abolfazl, fratello dell’imam Hussein, ucciso insieme a lui a Kerbala.


Quest’anno Ashura cade sul 23 ottobre, quando saremo in Iran. Se tutto va bene, anche noi saremo ad Abyaneh per l’evento grande, inshallah.






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