Nel V secolo a.C., Esdra e Neemia, mentre mettevano a punto la Torà, potrebbero aver spazzato via i miti della creazione babilonesi e cananei dalle sue pagine. Eppure le figure sconfitte di quei racconti—Leviatano, Behemoth e l’uccello Ziz—trovarono un rifugio accogliente nella poesia, nei Salmi, nel Libro di Giobbe e nella tradizione rabbinica che li interpreta. E lì continuano a prosperare silenziosamente da tremila anni.
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